Una cecità necessaria

La stagione teatrale della Fondazione Teatrale Piemonte Europa (TPE) in scena all’Astra di Torino è qualcosa di necessario, almeno così sembra nelle sue premesse e nei primi spettacoli in scena. Il tema- filo conduttore indicato dal direttore artistico Andrea De Rosa è Cecità. Un invito ai registi e al pubblico di trovare una risposta alle domande: “Chi è il cieco? Che cosa non vuole vedere? E perché ?”. Il risultato è un cartellone vario, ricco di sfumature , carico di significati. In questo senso necessario, perché ci vuole portare fuori dalla nostra comfort zone di spettatori. Un buon motivo per uscire, andare a teatro e confrontarsi, abbandonando il rischio della passività da piattaforma on demand.

Coraggioso da parte di TPE aprire la Stagione con Cecità di Virgilio Sieni spettacolo di teatro danza liberamente ispirato al romanzo di José Saramago. Nel libro del Premio Nobel portoghese è un virus misterioso quello che porta via la vista alle persone: «Secondo me non siamo diventati ciechi – scrive Saramago –  secondo me lo siamo, ciechi che, pur vedendo, non vedono». Un mondo di ciechi costretto a trovare un diverso modo di “vedere”. 

I danzatori della compagnia Virgilio Sieni prima affrontano la scoperta di questa condizione – attraverso uno schermo di tela bianca che separa il palco dalla platea –  poi cercano di viverla sperimentando in scena le dinamiche del movimento. Senza la vista il corpo diventa protagonista: le braccia e le mani sono mezzi per comunicare, odiare, amare, accudire, confortare. Non sempre l’idea di Sieni raggiunge l’obiettivo. Chi ha letto e amato ( e forse anche un po’ patito) il romanzo di Saramago potrebbe non essersi ritrovato ma la forza della messa in scena sta anche nel suo essere disturbante, non empatica, a tratti violenta, meravigliosamente poetica nella danza del cervo del finale. Cecità ha aperto il cartellone TPE ma continua fino ad aprile 2024 la sua tournée nei teatri italiani.

Altra declinazione del tema Cecità il secondo spettacolo del cartellone TPE : Come gli uccelli di Wajdi Mouwad con la regia di Marco Lorenzi in scena dal 17 al 26 novembre. Lo spettacolo, un progetto di Il Mulino di Amleto, racconta della storia d’amore tra Eitan, giovane ebreo , e Wahida, ragazza di origine araba, in una realtà storica fatta di conflitti, dolore, odi, attentati. Un Giulietta e Romeo di drammatica attualità: i ragazzi si incontrano a New York e sono entrambi inconsapevoli di cosa possano significare le loro origini. Sarà un viaggio in Israele e un attentato in cui lui rimarrà ferito a squarciare il velo sul dramma della Storia e sul rapporto complesso con le loro origini di ebrei o musulmani. Per i due protagonisti e per la famiglia di lui l’occasione di guardare negli occhi la verità più nascosta, di affrontare il dolore dell’identità, il demone dell’odio, le ideologie più rigide che appartengono ai personaggi come a ognuno di noi. La storia d’amore diventa un dramma corale che molto dice delle ragioni profonde del conflitto tra israeliani e palestinesi. Diviso in quattro parti, con lo scorrere avanti e indietro nel tempo (1967, 1982, 2017) si misura anche con lo spazio: Gerusalemme, New York, Berlino. Il mosaico si ricompone anche attraverso lingue diverse (l’ebraico, l’arabo, il tedesco e l’italiano) e spazi che si mescolano tra loro in continuazione all’ombra di un simbolico e incombente muro. Una messa in scena di grande intensità che coinvolge e appassiona. Un teatro che fa pensare senza essere didascalico. Come gli uccelli è stato presentato in anteprima al Festival delle Colline torinesi e dopo le repliche al Teatro Astra di Torino sarà in tournée a Genova e Milano. 

Simonetta Rho

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbero interessarti
LEGGI

Cinque giorni un’ estate

La montagna ispira i film maker. Ma sono  pochi i film sulla montagna che escono dal circuito dei festival…
LEGGI
Il materiale e l'immaginario
LEGGI

Il materiale e l’immaginario

“La conoscenza di Remo Ceserani risale alla fine degli anni Settanta. Con Lidia De Federicis avevamo progettato una storia letteraria per le scuole superiori di nuovo genere, per la quale era necessario individuare un coautore capace e disponibile. Proprio in quegli anni la rivista Belfagor presentava interventi diversi sul modo di affrontare l’insegnamento della letteratura. Quello proposto da Ceserani si avvicinava molto alle nostre aspettative. Decisi di interpellarlo, e…
LEGGI
LEGGI

Il ritratto di James Lord

Gli amanti dell’arte non lo perdano. Presentato al Torino Film Festival, The Final Portrait di Stanley Tucci racconta…
LEGGI
LEGGI

Assassinio sull’Eiger

Il terzo film scelto per la nostra rassegna è Assassinio sull’Eiger, titolo originale The Eiger Sanction, diretto e interpretato…
LEGGI
LEGGI

Suicidio in diretta

Addirittura due film quest’anno hanno ricordato la figura di Christine Chubbuck che nel lontano 1974 fu la prima…
LEGGI
LEGGI

L’uomo che giocava

Per chi ha voglia di cercare, e di conoscere, le montagne custodiscono tesori inaspettati. E in montagna si scoprono…
LEGGI