Tom Clancy, che di mestiere era un assicuratore non ammesso al servizio militare per problemi di vista, mise a frutto la sua passione per le armi e per le questioni strategiche in una fortunata serie di thriller venduti in milioni di copie in tutto il mondo. Il primo, e a mio parere l’unico davvero interessante, fu “La Grande fuga dell’Ottobre Rosso”, dove compare per la prima volta il personaggio di Jack Ryan, un analista della CIA che nei romanzi successivi si farà strada fino ai vertici del potere. Nel 1990 il regista John McTiernan ne ha tratto un film-cult per gli amanti del genere, “Caccia a Ottobre Rosso”, che proprio in questi giorni è approdato su Netflix.
Nel film giganteggia Sean Connery nella parte di Marko Ramius, il comandante di un sottomarino sovietico tanto silenzioso da sfuggire ai sonar, che decide di disertare e di attraversare l’Atlantico per consegnarlo agli americani. Ryan, interpretato da un legnoso Alec Baldwin, capisce le sue intenzioni e lo aiuta a sfuggire alla caccia dei russi e degli americani, che temono un attacco nucleare sulle loro coste. La faccenda è complicata dal fatto che per portare a termine il piano Ramius può contare soltanto su una parte dell’equipaggio.
McTiernan, come Clancy nel romanzo, mette in piedi negli spazi angusti di un sottomarino in immersione, ricostruiti con grande aderenza alla realtà, una storia tesa e piena di colpi di scena. Nelle riprese in superficie lo spettacolo è assicurato dalla presenza di navi, aerei e elicotteri messi a disposizione dalle forze armate americane, che avevano fiutato la forza propagandistica del progetto.
Dai romanzi di Clancy sono stati ricavati in seguito altri quattro film, purtroppo senza Sean Connery e per fortuna senza Alec Baldwin, sostituito nei panni di Ryan prima dall’ottimo Harrison Ford, poi da Ben Affleck e Chris Pine.
gbg