Prima o poi l’emergenza coronavirus finirà e potremo tornare al cinema senza troppe preoccupazioni per i colpi di tosse in sala. Nell’attesa ci resta Netflix, dove è disponibile il film che abbiamo scelto per questa anomala settimana: “Storia di un matrimonio” di Noah Baumbach, che aveva ottenuto sei nomination per gli Oscar 2020, ma si è dovuto accontentare di una statuetta per Laura Dern come migliore attrice non protagonista.
Charlie, un regista teatrale underground interpretato da Adam Driver, e Nicole, la primadonna della compagnia interpretata da Scarlett Johansson, sono sposati da anni e hanno un figlio adolescente. Ma il matrimonio è in crisi e lei decide di andare a Los Angeles, dove le hanno offerto una parte in una serie televisiva. Entrambi vorrebbero gestire le cose in modo civile, ma con la partenza di Nicole i buoni propositi vengono meno, e la situazione precipita.
A rappresentare Nicole nella causa di divorzio c’è la gelida e spregiudicata Nora, interpretata dalla bravissima Laura Dern. Charlie sceglie in un primo momento il simpatico e ragionevole Bert, poi lo sostituisce con Jay, uno squalo della professione che combatte Nora senza esclusione di colpi. Per i due coniugi la battaglia legale sarà anche l’occasione per fare i conti con i molti non detti della loro relazione e per ricostruire un difficile equilibrio.
Noha Baumbach è un regista fin troppo raffinato, quasi teatrale neIla impostazione, e sceglie spesso argomenti e personaggi che fanno parte degli ambienti della sinistra intellettuale e impegnata di New York da cui lui stesso proviene. La tendenza a dare molta importanza ai dialoghi appesantisce a volte la narrazione, e funziona soltanto se gli attori danno una ottima prova di sé. Niente da Dire su Scarlett Johansson e Laura Dern. Qualche dubbio in più su Adam Driver, troppo bamboccione per riuscire simpatico come forse il regista avrebbe voluto.
gbg