Sedici anni a Guantanamo

“The Mauritanian”, del regista inglese Kevin Macdonald, racconta la storia vera di Mohamedou Ould Slahi, un giovane mauritano catturato dalla Cia dopo gli attentati dell’11 settembre e detenuto per 16 anni a Guantanamo, senza altre prove che una confessione estorta con la tortura. Nel 2010, dopo una durissima battaglia legale, i suoi avvocati avevano ottenuto da un giudice l’ ordine di scarcerazione in base al principio dell’habeas corpus, che garantisce a tutti i cittadini il diritto di comparire davanti a un giudice per difendersi dalle accuse.  Ma il governo degli Stati Uniti lo tenne in carcere senza processo per altri sei anni prima di restituirgli la libertà. Mentre era ancora prigioniero Mohamedou scrisse un libro sula vicenda, che divenne un best-seller internazionale.

Kevin Macdonald è un regista eclettico, vincitore di un Oscar con un documentario sulla strage alle Olimpiadi di Monaco del 1972 e autore di film di successo come “La morte sospesa” e “L’ultimo re di Scozia”. In questo film si avvale di un cast di prim’ordine. Tahar Rahim è un Mohamedou che trova nella fede e nella consapevolezza di essere innocente la forza per resistere nell’inferno di Guantanamo. Una splendida Jodie Foster è Nancy Hollander, la combattiva avvocatessa che spezza il muro di omertà attorno al caso. Benedict Cumberbatch è Stu Couch, il procuratore militare che vorrebbe processare e condannare a morte Mohamedou, ma si rende conto di tutte le mostruosità giuridiche commesse dal governo e rinuncia all’incarico. 

La descrizione del carcere Guantanamo, con le sue regole pensate per annientare psicologicamente i prigionieri, è di grande efficacia. E fa male pensare che la struttura sia ancora attiva nonostante gli incerti tentativi dell’ex presidente Obama di chiuderla.

“The Mauritanian” è stato inizialmente distribuito nelle sale cinematografiche americane. In Italia è disponibile solo su Prime Video.

gbg

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