L’uomo delle castagne

Nel cinema la figura centrale è quella del regista. Tutte le altre ruotano attorno alla sua, ed è lui che dà a un film, nel bene o nel male, il suo carattere distintivo. Diverso è il discorso per le serie TV, dove i registi sono intercambiabili e le figure più importanti sono quelle degli autori, che spesso sono anche sceneggiatori. Uno dei più noti in questo campo è il danese Søren Sveistrup, sceneggiatore del film “L’uomo di neve”, vincitore di un prestigioso premio Emmy con “Nikolaj og Julie”, mai arrivata in Italia, e ideatore della cupa serie “The Killing”, di cui esistono quattro stagioni e un remake per il mercato americano visibile su Disney Plus.

Di Sveistrup Netflix ha recentemente proposto la miniserie in sei puntate “L’uomo delle castagne”, dove due poliziotti male assortiti indagano su un killer che lascia accanto alle vittime un omino fatto con le castagne. Apparentemente nulla di nuovo sotto il sole. Ma la trama è solida, il racconto si sviluppa senza le lungaggini che a volte affliggono i prodotti seriali, e i personaggi sono ben caratterizzati. I due protagonisti – lei madre single in difficoltà con la figlia, lui trasferito per motivi disciplinari dopo la morte della moglie – sono credibili. Tra i personaggi di contorno spiccano la ministra degli affari sociali e il marito, traumatizzati dalla scomparsa di una figlia. Il loro dramma, che è parte integrante della vicenda, è descritto in modo non convenzionale ed efficace.

La base di partenza della serie è l’omonimo romanzo che Sveistrup ha scritto nel 2018 ed è stato pubblicato in Italia da Rizzoli nel 2020. È un noir interessante, che si distingue nell’ infinito e non sempre entusiasmante filone dei gialli scandinavi arrivati in Italia in questi anni. Consiglio di leggerlo prima di guardare la serie TV. Rovina la suspense, ma è di sicuro interesse per chiunque sia interessato alle tecniche di lavoro di uno sceneggiatore nel mondo della serialità.

gbg

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