L’ultimo duello

Nel 1977 l’apprezzato regista di spot pubblicitari Ridley Scott sorprese critica e pubblico con “I duellanti”, uno splendido film ispirato a un racconto di Joseph Conrad sull’eterno duello tra due ufficiali napoleonici. Da allora si è cimentato in molti generi, dal futuro di “Blade Runner” all’horror fantascientifico di “Alien”, dalla storia romana de “Il gladiatore” alla rivolta delle donne di “Thelma e Louise”, dal poliziesco “American Gangsters” alla guerra contemporanea di “Black Hawk Down”, e tanti altri. Quasi sempre ha sbancato il botteghino. Ed è facile prevedere che accadrà lo stesso anche questa volta con “The Last Duel”, l’accurata e impeccabile ricostruzione della vicenda che portò all’ultimo duello giudiziario della storia francese, combattuto a Parigi nel 1386.

Jean De Carrouges, interpretato da un intenso Matt Damon, e Jacques Le Gris, che ha il volto di Adam Driver, si affrontarono all’ultimo sangue in un’arena appositamente costruita, alla presenza del re Carlo VI. La moglie di Carrouges, Marguerite de Thibouville – la bella e brava Jodie Comer – sapeva che in caso di sconfitta del marito sarebbe andata al rogo come spergiura, perché era stata lei, accusando Le Gris di averla violentata, a portare il caso in giudizio. Ma la testimonianza di una donna aveva poco valore, e non era stata sufficiente a far condannare Le Gris, che aveva la protezione del gaudente conte Pierre D’Alençon, un ottimo Ben Affleck. Così il marito, ferito nell’orgoglio e incurante dei rischi, si era appellato al re chiedendo il “giudizio di Dio”.

La scena finale del duello, da sola, basterebbe a rendere memorabile il film, ma Ridley Scott è andato oltre. Scegliendo di raccontare la vicenda dai tre diversi punti di vista dei protagonisti, come fece Kurosawa in “Rashomon”, dimostra che gli uomini tendono a comportarsi sempre nello stesso modo, e che le donne allora come oggi, devono fare i conti con i loro pregiudizi e la loro ottusità.

gbg

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