Solo posti in piedi nel multicinema di Dogliani, e non per uno degli improbabili personaggi che oggi vanno per la maggiore, ma per una storia d’altri tempi, quella del partigiano francese Luis Chabas, che venne nelle Langhe a combattere la sua battaglia contro tedeschi e fascisti, e vi morì a poche settimane dalla Liberazione. Ma ebbe anche il tempo di diventare Lulù, un mito per la gente di qui per lo straordinario coraggio, per gli audaci colpi di mano, per la rombante motocicletta e anche per i begli occhi che facevano sognare le ragazze.
Lulù era insofferente alla disciplina, un vero “frondeur”, un ribelle. Non voleva prendere ordini da nessuno e raccolse attorno a sé un piccolo gruppo di compagni, quella che sarebbe diventata nota come la “volante Lulù”. Spesso agiva travestito da tedesco, e proprio un travestimento gli fu fatale perché fu ucciso da un gruppo di partigiani di un’altra formazione, che non lo riconobbero. Ci sono rimaste le fotografie dei suoi imponenti funerali, con i partigiani armati di scorta al feretro e tantissima gente con fiori e bandiere. I funerali di un eroe, quale in effetti fu.
La storia di Lulù è stata raccontata da Remo Schellino e Alessandra Abbona in un bel documentario che completa un precedente lavoro di Schellino con la toccante testimonianza della nipote Danièle Luiset raggiunta in Francia e seguita anche nel suo viaggio in Italia sulle orme della zio. Una ricerca che non parla soltanto di Lulù, ma anche di impegno civile, internazionalismo, valore della memoria. Questo il trailer.
“Loulou le frondeur” è stato proiettato in prima assoluta nella multisala di Dogliani. Ci sarà una replica il primo di ottobre alle 21, e sono previste numerose proiezioni pubbliche in altri centri della provincia e a Torino. La società di produzione, Polistudio (remoschellino@alice.it) lo distribuisce in DVD.