Quattro anni fa l’esordiente regista danese Gustav Möller dimostrò che con le idee chiare e un budget di appena 500.000 euro si poteva realizzare un ottimo film, in gara per l’Oscar nella categoria del miglior film straniero.
“Den skyldige”, il colpevole, raccontava la storia di un poliziotto in servizio nel centralino delle emergenze, che riceveva la telefonata di una donna rapita e tentava di salvarla violando tutte le regole. Nell’ambiente claustrofobico della centrale, il protagonista, interpretato dal semisconosciuto Jakob Cedergren, interagiva con l’esterno quasi esclusivamente via telefono. E nel corso di telefonate sempre più concitate venivano alla luce non soltanto le drammatiche circostanze del rapimento, ma anche le sue angosce esistenziali: la moglie che lo aveva lasciato, la figlia che non riusciva a vedere, e un processo che rischiava di farlo finire in carcere.
Grazie al passa parola il film di Möller ha incassato otto milioni di euro, e ha attirato l’attenzione di Hollywood, che ne ha appena riproposto il remake “The Guilty”, diretto da Antoine Fuqua. Specializzato in superproduzioni con budget altissimi – è da poco apparso nelle sale il suo polpettone fantaspirituale “Infinite” – Fuqua segue in modo fedele la sceneggiatura originale, e affida la parte del poliziotto alla recitazione un po’ sopra le righe di Jake Gyllenhaal. Ma il risultato manca di freschezza ed è decisamente inferiore all’originale.
Come dimostrano i flop clamorosi di alcuni remake, non sempre la presenza di grandi nomi, ritenuti più spendibili sui mercati mondiali, è una garanzia di successo. Ne sa qualcosa Guy Ritchie, che in “Travolti dal destino” ha rifatto il capolavoro della Wertmüller “Travolti da un insolito destino nell’ azzurro mare d’agosto” e ne è uscito con le ossa rotte nonostante la presenza di Madonna nella parte di Mariangela Melato e di Adriano Giannini nella parte del padre Giancarlo.
gbg