“L’ora più buia”, di Joe Wright, racconta quello che accadde nelle segrete stanze del potere inglese quando Winston Churchill, appena diventato premier dopo le dimissioni del debole Neville Chamberlain, dovette decidere se negoziare una pace con i tedeschi vittoriosi in Europa o proseguire una guerra dall’esito assai incerto, che avrebbe richiesto al Paese enormi sacrifici.
Oggi siamo tutti grati a Churchill per una scelta che all’epoca non fu affatto scontata: in quel momento gli inglesi erano soli, perché la Francia era stata sconfitta, gli Stati Uniti non intendevano partecipare al conflitto, e Stalin si era alleato con Hitler.
Joe Wright , autore di altri film interessanti come “Orgoglio e pregiudizio” “Espiazione” e “Anna Karenina”, ha il merito di aver ricostruito in modo molto accurato i fatti, senza nascondere le simpatie che alcuni settori della politica inglese nutrivano per Hitler, visto come un baluardo contro il bolscevismo. Ma è Gary Oldman, un Churchill troppo amante dell’alcol e dei buoni sigari, oppresso dalla responsabilità e tuttavia determinato a resistere contro la barbarie nazista, a fare la differenza. Con la sua strepitosa interpretazione, che colpisce per somiglianza fisica, gestualità e tono della voce, Oldman ha vinto il’Oscar, il Golden Globe, il premio Bafta, il Critics Choice Award e lo Screen Actors Guild Award.
Nelle sale italiane “L’ora più buia” e arrivato nel 2018 e ha avuto un notevole successo, incassando quasi due milioni di euro nelle prime settimane di programmazione. Oldman era doppiato dall’ottimo Stefano De Sandro, la voce italiana di Robert De Niro. Ma il film è disponibile su alcune piattaforme di videonoleggio, come l’italiana Chili, dove c’è la possibilità di guardarlo in lingua originale. Ed è quello che consiglio di fare anche a chi ha ancora fresca nella memoria la versione doppiata. Credetemi, ne vale la pena.
gbg