Petros Markarīs ha costruito sul personaggio del commissario della polizia di Atene Kostas Charitos tredici romanzi che hanno avuto un enorme successo, un po’ come in Italia è accaduto con Camilleri e Montalbano. Ma, proprio come è accaduto a Camilleri, con gli anni la sua verve si è appannata, e gli ultimi volumi non erano all’altezza dei primi.
Ne “L’omicidio è denaro”, appena uscito in Italia per La Nave di Teseo, Markarīs si è risollevato, tentando una nuova strada anche dal punto di vista stilistico. Al commissario Charitos, che ha sempre parlato in prima persona, ha affiancato una seconda voce narrante, quella del suo amico Lambros Zisis, ex comunista e detenuto politico. Mentre il commissario indaga per acciuffare un misterioso killer di imprenditori stranieri interessati a investire in Grecia, Zisis, profondamente disilluso dai partiti tradizionali della sinistra, si dà da fare per assistere migranti e senza tetto, e mette a frutto la sua esperienza per organizzare manifestazioni di poveri nelle piazze. Soltanto nel finale le due vicende, apparentemente distinte, convergono.
Raccontando l’indagine Markarīs non esce dai consueti binari. Charitos e i suoi agenti non sanno che pesci pigliare, e devono anche fare i conti con le pressioni dei superiori e della politica, preoccupata per i riflessi che gli omicidi potrebbero avere sulla fragile economia greca. Ma non si danno per vinti, accumulano informazioni e indizi, e alla fine, grazie anche a un pizzico di fortuna, risolvono il caso.
La parte nuova, e più interessante, è quella di Zisis, che fin dai primi romanzi era una sorta di alter-ego dell’autore, ma qui diventa lo strumento per raccontare la Grecia e il suo tessuto sociale distrutto dalla crisi economica. Attraverso Zisis parla Markarīs, uomo da sempre di sinistra, indignato per i cedimenti dei partiti della sinistra tradizionale alle sirene del capitale e per la loro incapacità di rappresentare i nuovi poveri, i profughi, i migranti. Come Zisis, Markarīs si rende conto che le vecchie ideologie hanno fatto il loro tempo, e guarda avanti, a un mondo globalizzato dove i ricchi diventano sempre più ricchi, la classe media si impoverisce, e nessuno si preoccupa dei molti destinati per sempre a restare ai margini.
Per chi ha amato il commissario Charitos dei primi libri, con la sua innocente mania di leggere le definizioni del vocabolario prima di addormentarsi, “L’omicidio è denaro” è un romanzo spiazzante, forse un po’ lento nelle parti dove Markarīs descrive la famiglia del commissario, la moglie Adriana che combatte per un mondo più giusto ai fornelli, cucinando cibo povero per i manifestanti, la figlia avvocato Caterina e il nipotino battezzato Lambros in onore dell’amico. Ma vale la pena di leggerlo perché ci parla di una Grecia diversa, ignorata dalle cronache, e molto più vera.
Battista Gardoncini
1 comment
bello questo commento,sono daccordo sull’analisi fatta ,anche per me e’ stato un piacere ritrovare il markaris piu’ impegnato