L’Isola delle Rose

“Smetto quando voglio”, opera prima di Sydney Sibilia su alcuni universitari squattrinati che mettono a frutto le loro competenze professionali producendo droga,  ottenne nel 2014 un notevole successo di critica e di pubblico. I due  sequel usciti nel 2017, “Master class” e “Ad honorem”, erano a mio parere meno convincenti, e avevo il timore che anche l’ultimo film del regista salernitano, “L’incredibile storia dell’Isola delle Rose”, da pochi giorni in distribuzione su Netflix, non mantenesse le promesse. Non è stato così. Il film è fresco, divertente e ben recitato. E rende giustizia a una storia vera che merita di essere conosciuta nei dettagli.

Siamo nell’estate del 1968. Giorgio Rosa, interpretato da Elio Germano, è un visionario ingegnere romagnolo incapace di adattarsi alle regole e alle costrizioni della vita civile. Dopo essere finito nei guai per aver guidato un’auto senza targa di sua costruzione decide che vuole vivere libero, e con un gruppo di amici installa una piattaforma in ferro e cemento al largo di Rimini, cinquecento metri oltre il limite delle acque territoriali. L’Isola delle Rose diventa un polo di attrazione per i giovani di tutta la riviera, si autoproclama stato indipendente, adotta l’esperanto come lingua ufficiale, rilascia passaporti, stampa francobolli, e chiede il riconoscimento dell’Onu e del consiglio d’Europa di Strasburgo. Per uno stato bacchettone, alle prese con le rivolte studentesche e le pressioni del Vaticano in difesa della pubblica moralità, è davvero troppo: falliti i tentativi di corrompere Rosa e i suoi amici fa intervenire la marina militare. 

Nel cast, oltre all’ottimo Germano che sfoggia un impeccabile accento romagnolo, spiccano Luca Zingaretti nella parte del presidente del consiglio Giovanni Leone e Fabrizio Bentivoglio, che interpreta il subdolo ministro dell’Interno Franco Restivo. Belle la fotografia e le musiche, efficaci nel ricreare l’atmosfera di un anno indimenticabile.

gbg

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbero interessarti
LEGGI

Cinque giorni un’ estate

La montagna ispira i film maker. Ma sono  pochi i film sulla montagna che escono dal circuito dei festival…
LEGGI
Il materiale e l'immaginario
LEGGI

Il materiale e l’immaginario

“La conoscenza di Remo Ceserani risale alla fine degli anni Settanta. Con Lidia De Federicis avevamo progettato una storia letteraria per le scuole superiori di nuovo genere, per la quale era necessario individuare un coautore capace e disponibile. Proprio in quegli anni la rivista Belfagor presentava interventi diversi sul modo di affrontare l’insegnamento della letteratura. Quello proposto da Ceserani si avvicinava molto alle nostre aspettative. Decisi di interpellarlo, e…
LEGGI
LEGGI

Il ritratto di James Lord

Gli amanti dell’arte non lo perdano. Presentato al Torino Film Festival, The Final Portrait di Stanley Tucci racconta…
LEGGI
LEGGI

Assassinio sull’Eiger

Il terzo film scelto per la nostra rassegna è Assassinio sull’Eiger, titolo originale The Eiger Sanction, diretto e interpretato…
LEGGI
LEGGI

Suicidio in diretta

Addirittura due film quest’anno hanno ricordato la figura di Christine Chubbuck che nel lontano 1974 fu la prima…
LEGGI
LEGGI

L’uomo che giocava

Per chi ha voglia di cercare, e di conoscere, le montagne custodiscono tesori inaspettati. E in montagna si scoprono…
LEGGI