L’ho visto con Marta, la mia nipotina di 6 anni, ed è piaciuto a tutti e due, anche se il “serpenton dei mari” le ha fatto un po’ di paura. “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, è un film di animazione di Lorenzo Mattotti, al suo primo lungometraggio dopo una fortunata carriera di illustratore, che lo ha portato tra l’altro sulle pagine del New Yorker e di Le Monde.
Mattotti ha ripreso il celebre racconto a puntate scritto e illustrato nel 1945 da Dino Buzzati per il Corriere dei Piccoli, in seguito rimaneggiato per diventare un volume.
Gli orsi siciliani calano in massa dalle montagne, spinti dalla fame e dal desiderio del re Leonzio di ritrovare il figlio Tonio catturato dagli umani. Dopo aver sconfitto l’esercito del perfido Granduca, Leonzio prende il potere e garantisce a orsi e umani un periodo di pace e prosperità. Presto però gli orsi ereditano i difetti degli umani: vogliono arricchirsi, bevono, giocano d’azzardo. Inizialmente Leonzio, mal consigliato, mette in carcere chi si oppone, poi si convince che soltanto il ritorno degli orsi nella natura selvaggia potrebbe restituire a tutti la felicità. L’occasione arriva quando dal mare arriva il terribile “serpenton”. L’eroico comportamento di Leonzio nello scontro per fermarlo convince gli orsi a tornare sulle loro montagne.
Quando Buzzati scrisse il suo racconto era fin troppo facile riconoscere nella involuzione del comportamento degli orsi la fine delle speranze suscitate dall’esperienza sovietica, e nello spietato Granduca un Hitler o un Mussolini.
Sono passati molti anni e questi riferimenti rischiano di perdersi. Ma “La famosa invasione degli orsi in Sicilia” resta comunque un film per bambini che può piacere anche ai grandi. I disegni sono raffinati, e tra gli attori illustri che danno voce ai personaggi una citazione particolare va a un inconfondibile Camilleri, vecchio orso saggio proprio come nella sua lunga e bella vita.
gbg