Catherine Deneuve è la protagonista assoluta di “Le verità”, l’ultimo film del pluripremiato regista giapponese Hirokazu Kore’eda. A settantasei anni suonati ha ancora il volto che ha affascinato intere generazioni di spettatori, e mette la sua bravura al servizio di una storia dove una vicenda famigliare piena di tensioni e di cose non dette si intreccia con le finzioni del mondo del cinema.
Catherine interpreta l’anziana attrice Fabienne, impegnata nelle riprese di un film dove sente il peso di non essere più la protagonista. Ha appena dato alle stampe la sua biografia, e riceve la visita della figlia Lumir, interpretata dalla brava Juliette Binoche, che porta con sé dall’America il marito Hank, interpretato da Ethan Hawke, e la figlia Charlotte.
Lumir è indignata per le falsità e le omissioni della biografia. Ma Fabienne pensa soltanto ai suoi problemi, e non se ne cura. Ha fatto così per tutta la vita, tanto che la figlia se ne è andata in America, dove è diventata una affermata sceneggiatrice. Tra le due il dialogo è difficile, ma resta l’affetto, e tocca a Lumir accompagnare la madre sul set quando il fedele maggiordomo tuttofare, indignato per non essere stato citato nella biografia, la abbandona.
“Le verità” non va guardato per sapere come va a finire, ma per godersi ogni momento dei dialoghi, delle atmosfere, e delle scelte di un regista raffinato, che, pur lavorando per la prima volta lontano dal Giappone, è riuscito a realizzare uno splendido omaggio al miglior cinema francese. Le riprese sul set, ad esempio, si ispirano al capolavoro di Truffaut “Effetto notte”, mentre gli interni e il giardino della villa di Fabienne ricordano le atmosfere di Chabrol. E anche i nomi hanno la loro parte. Catherine Deneuve, infatti, è lo pseudonimo di Catherine Fabienne Dorléac. E, proprio come viene raccontato nel film, Catherine aveva una sorella attrice, Françoise Dorléac, che morì giovane in un incidente stradale.
gbg