“Deep Water”, da pochi giorni su Prime Video, era un film molto atteso. Per il regista, l’inglese Adrian Lyne, tornato dopo venti anni dietro la macchina da presa, e per i due protagonisti, un Ben Affleck di nuovo in forma e una affascinante Ana de Armas. E tutto sommato si lascia guardare, anche se non è all’altezza di film cult come “Flashdance”, “9 settimane e 1/2”, “Attrazione Fatale” e “Proposta indecente”.
Vic Van Allen e sua moglie Melinda hanno una figlia piccola e vivono negli agi perché lui ha venduto all’industria bellica un chip capace di guidare le bombe intelligenti sul bersaglio. Lei è annoiata, beve e cerca distrazioni con altri uomini, mentre il marito, apparentemente distaccato, colleziona lumache, soffre e tace. L’attrazione fisica che li lega è fortissima, e i due, nonostante i consigli degli amici, non intendono separarsi. La situazione però precipita quando uno degli amanti scompare senza lasciare tracce.
In tutte sue opere Lyne esplora le relazioni uomo-donna, con una particolare predilezione per quelle un po’ torbide. “Deep Water” è tratto da un romanzo del 1957 di Patricia Highsmith, una giallista americana dalle tematiche forti e a volte disturbanti, e non fa eccezione. Lyne resta un abile regista capace di regalarci inquadrature raffinate – anche nelle scene di sesso – ma i fasti degli anni Ottanta sono lontani, e l’eccessiva lunghezza si fa sentire nonostante il finale pirotecnico.
Ben Affleck, reduce dal successo di “The Last Duel” di Ridley Scott, dove interpretava il conte di Alençon, sembra aver superato le sue difficoltà con l’alcol e se la cava bene. Ma al centro della scena c’è la ex Bond-girl Ana de Armas, avviata sulla strada dello star system. La aspettiamo al varco in “Blonde”, di Andrew Dominick , dove avrà il difficile compito di portare sullo schermo Marilyn Monroe. Il film, prodotto da Netflix, dovrebbe uscire in occasione del festival di Cannes.
gbg