L’uomo consuma nelle battaglie d’amore un’energia molto superiore a quella che spende una donna. E se lo dice il Mantegazza...
Parto da questa citazione di Emerenziano Paronzini (Ugo Tognazzi) tratta dal film di Alberto Lattuada Venga a prendere il caffè da noi (1970), a sua volta ispirato al romanzo La spartizione di Piero Chiara (1964) per inquadrare Paolo Mantegazza (Monza 1831 – Lerici 1910), medico fisiologo, antropologo, divulgatore scientifico e culturale, scrittore. Fu anche patriota e uomo politico e da parlamentare del Regno avversò la famosa ‘tassa sul macinato’. Recentemente ho scoperto di aver avuto nella famiglia di mio padre una ascendente di nome Luigia Mantegazza. Mi sono ricordato così del fisiologo dal film con Tognazzi e ho trovato, tra infinite pubblicazioni scientifiche, un paio di suoi romanzi. Uno è Testa (1887), risposta ragionata al Cuore di DeAmicis di cui rappresenta il seguito. L’altro è questo libro, un romanzo satirico fantapolitico del 1897 considerato uno dei primi esempi di fantascienza italiana. Paolo Mantegazza immagini la vita sul pianeta e l’organizzazione della società addirittura nel 3000, XXXI secolo, e lo fa attraverso un viaggio di Paolo e Maria, due giovani innamorati e futuri sposi. L’anno 3000 si situa tra la satira parodistica dei Viaggi di Gulliver in vari paesi lontani del mondo (1726) di Jonathan Swift e la futura distopia dei vari Aldous Huxley e George Orwell.
Paolo e Maria partono da Roma, divenuta capitale degli Stati Uniti d’Europa (chi l’avrebbe detto), e si muovono in aerotaco, una comoda navicella con tanto di letti e provviste per dieci giorni, alla volta del golfo di Spezia, dove si è combattuta la battaglia finale tra chi voleva la pace e chi la guerra. Paolo ci spiega che dopo… Al governo delle maggioranze stupide subentrò quello delle minoranze sapienti e oneste.
Dopo spiccarono il volo verso Oriente, donde sempre è venuta agli uomini colla luce del giorno la speranza, che mai non muore. Ora sono in Egitto dove l’uomo nel 3000 dopo aver sconfitto il deserto ha portato il mare fino alle piramidi. Di conseguenza il clima di tutta Europa si è rinfrescato.
Il viaggio via mare è reso possibile da un battello non più mosso dal vapore ma dall’elettricità ricavata dall’acqua del mare che viene decomposta da una pila per fornire idrogeno, il nuovo combustibile, e acqua potabile.
Fin qui, quanto ipotizzato da Mantegazza per il secolo XXXI, è assolutamente in linea con quanto la scienza di allora poteva prevedere. Dove incuriosisce e diverte è nelle osservazioni sociali e politiche che toccano pacifismo, internazionalismo, controllo demografico, libertà sessuale per entrambi i sessi, sperimentazione farmacologica…
Quando i ragazzi giungono nella città degli Egualitarii si avvedono che la diversità è bandita: nessuno è primo, nessuno secondo; ma tutti eguali. Nessuna ambizione, nessuna lotta per il potere, che abbiamo tutti quanti per un giorno; nessuna invidia. Non è proprio come l’uno vale uno che vorrebbero farci credere oggi!
Giungono poi nello Stato di Turazia (nome ispirato a Filippo Turati), governato dal socialismo collettivo. La critica al socialismo è feroce (quantunque il Mantegazza fosse di idee progressiste):
Lo Stato è divenuto una specie di tumore gigantesco, che assorbe tutto colla santa intenzione di distribuire a tutti un’egual quantità di sangue e di vita; ma questa distribuzione è fatta da uomini, che per quanto intelligenti e buoni, son pur sempre uomini ed hanno le loro simpatie, le loro passioni; e di qui altrettante cause di errore e di malcontenti.
La cosa più interessante del 3000 è che… Il dolore fisico non esiste più, ma esistono ancora molte e molte forme di dolore morale, ad onta che si cerchi di sopprimere dalla nascita i delinquenti nati e tutti i mostri e tutti gli organismi consacrati a morire immaturamente e di malattie ereditarie.
Il romanzo procede alternando scoperte scientifiche e tecnologiche, a dir la verità un po’ ingenue, come una nuova e facile fusione dei metalli impiegati nella costruzione delle case oppure la trasmissione dei dispacci in giro per il mondo attraverso la terra, ad altre osservazioni di carattere politico-sociale.
Nell’anno 3000 non vi sono carabinieri, né poliziotti, né guardie di pubblica sicurezza; ma ogni cittadino onesto è carabiniere, poliziotto e per di più anche giudice.
Dove ho fatto un balzo dalla poltrona leggendo il romanzo di Mantegazza è quando spiega che il problema che si sta (ancora) affrontando nel 3000 è:
Che cosa dobbiamo fare delle immense foreste, che costeggiano tutto il corso dell’Amazzone? Dobbiamo distruggerle, per piantarvi il caffè, il cacao, le banane, tutti i frutti del Tropico, o dobbiamo soltanto renderle salubri col drenaggio o col diradarle, strappando le piante inutili e che non sono neppur belle? I botanici, gli agricoltori, gli economisti non sono d’accordo in questa questione, e si son chieste nuove informazioni agli abitanti dei luoghi, invitandoli ad esprimere il loro parere… un magno problema, che interessa tutto il mondo; perché il distruggere o il conservare migliaia di chilometri quadrati di foresta deve modificare il clima di vaste regioni planetarie.
Ecco siamo in pieno 2019 con il problema delle foreste dell’Amazzonia che Bolsonaro vuole distruggere per farne piantagioni, tema sul quale si stanno interrogando proprio in questi giorni i vescovi riuniti a Roma nel Sinodo per la regione Pan-Amazzonica. L’umanista Mantegazza lascia il problema irrisolto nel 3000, speriamo non sia così.
Riccardo Caldara
(dal blog www.riccardocaldara.net)