È estate, e nelle sale cinematografiche ci sono poche novità interessanti. Ma lo streaming offre agli appassionati un ricco menu di nuove uscite e di opere che si rivedono con piacere. RaiPlay è una delle piattaforme da tenere d’occhio. Insieme ai film proposti nelle ultime settimane sulle reti generaliste della RAI, ne ha in catalogo moltissimi che la tv pubblica ha prodotto nel corso degli anni, e di cui detiene i diritti. Tutti sono gratuiti, basta scaricare sulla smart tv l’apposita app.
Io ho rivisto”Sacro GRA” di Gianfranco Rosi, che nel 2013 fu il primo documentario a vincere con merito il Leone d’Oro per il miglior film al festival di Venezia. E non me ne sono pentito.
La telecamera curiosa e sempre rispettosa di Rosi scopre il variegato mondo che vive attorno al Grande Raccordo Anulare, la rete autostradale che circonda Roma, percorsa ogni giorno da migliaia di automobilisti. Ed ecco un autista di ambulanze che vive solo e assiste la madre malata. Due prostitute sul loro camper. Due cubiste che si esibiscono in uno squallido bar. Un entomologo che studia il punteruolo rosso, un parassita delle palme. Un eccentrico principe che affitta il suo castello come ambientazione per i fotoromanzi. Un anziano dal linguaggio forbito che vive con la figlia in una casa popolare. Un pescatore di anguille. Una umanità dolente e dignitosa, raccontata solo con poche parole raccolte in presa diretta, senza una riga di testo per spiegare e contestualizzare. Parlano le immagini, splendide. Parlano le luci della notte. Parlano le musiche degli immigrati e le canzoni cantate a mezza voce, ricordo di tempi migliori.
Dopo “Sacro GRA” Rosi ha realizzato “Fuocoammare” sui migranti di Lampedusa, che ha vinto l’Orso d’Oro al festival di Berlino del 2016, e “Notturno”, sulla vita quotidiana nelle zone martoriate del Medio Oriente. In autunno, molto atteso, verrà presentato a Venezia “in viaggio”, un documentario sui viaggi di papa Francesco.
gbg