“La pelle dell’orso” di Marco Segato, con Marco Paolini come protagonista, è uscito nel 2016. Ebbe alcune recensioni favorevoli, ma rimase in programmazione pochi giorni, e non ottenne un grande successo di pubblico. Bene ha fatto la RAI a riproporlo poche settimane fa su RAI 5 e adesso in visione gratuita su Raiplay.
Siamo negli anni Cinquanta, in un piccolo villaggio dolomitico dove la vita dei contadini è durissima e il lavoro nell’unica cava di pietre della zona pericoloso. Paolini interpreta Pietro Sieff, un ex galeotto ubriacone e attabrighe, che è rimasto vedovo e ha un rapporto difficile con il figlio quattordicenne Domenico, interpretato dall’esordiente Leonardo Mason. Quando un orso che non teme gli uomini attacca una stalla del paese Sieff scommette con il proprietario della cava che lo ucciderà. Se ce la farà avrà 600.000 lire. Se non ci riuscirà lavorerà senza stipendio per un anno nella cava.
Sieff parte senza dir nulla a Domenico, ma il ragazzo si mette sulle sue tracce. Mentre lo cerca incontra una donna che gli rivela alcuni dettagli della morte della madre. Il resto lo viene a sapere solo quando raggiunge il padre e i due arrivano a una rabbiosa spiegazione.
Dopo lo scontro padre e figlio decidono di proseguire la caccia insieme. Più che le parole sono i maestosi paesaggi dolomitici a creare tra loro un precario legame. Domenico ammira la profonda conoscenza che suo padre ha dei luoghi e degli animali, Pietro si accorge che il figlio non è più un bambino, e merita la sua attenzione. Ma nel profondo del bosco l’orso li attende.
“La pelle dell’orso” si avvale di una eccellente fotografia, anche se non sempre il taglio quasi documentaristico delle riprese giova alla linearità del racconto cinematografico. Ottima come sempre la prova di Marco Paolini, qui anche nella veste di produttore.
gbg