“La nave sepolta”, da pochi giorni disponibile su Netflix, è un film delicato, che rinuncia agli effetti speciali ed è tutto giocato sulla bravura degli attori, sulla suggestiva fotografia e sulla vera storia del ritrovamento di una nave funeraria del VI secolo, sepolta con il suo ricco corredo nella campagna inglese.
Ralph Fiennes è l’archeologo Basil Brown, che la riporta alla luce scavando su incarico della proprietaria del fondo, la ricca ereditiera Edith Pretty, interpretata da Carey Mulligan. Brown è un autodidatta privo di titoli accademici, e deve fare i conti con il tentativo degli archeologi ufficiali di attribuirsi il merito della scoperta, ma la signora Pretty, nonostante la salute malferma, si batte insieme al figlio adolescente per difenderlo. Lily James interpreta la giovane studiosa Peggy Preston, che scopre l’antica moneta da cui si ricava la datazione della nave. La vicenda si svolge nel 1939, alla vigilia dello scoppio della guerra, evocata dagli aerei in addestramento che solcano il cielo e dai camion che trasportano i soldati mobilitati per difendere il paese da una possibile invasione tedesca.
Il film è dell’australiano Simon Stone, noto soprattutto come regista e attore teatrale. La sceneggiatura si basa sul romanzo “The Dig”, scritto nel 2007 dal giornalista John Preston, che aveva sentito parlare degli scavi perché Peggy Preston era una sua parente. Il romanzo e il film si concedono alcune licenze letterarie – le campagne di scavo furono in realtà due – ma sono sostanzialmente aderenti alla realtà.
Il ricco corredo del sepolcro, da alcuni attribuito al re dell’Anglia orientale Redwald, è oggi esposto al British Museum. Una targa ricorda il ruolo di Basil Brown e della signora Pretty, che lo aveva donato al Museo perché tutti potessero vederlo, ma morì mentre gli oggetti erano ancora chiusi nelle cantine dove erano custoditi per preservarli dalle bombe tedesche.
gbg