Uomini, donne e bambini che si sono lasciati tutto alle spalle, costretti dalle persecuzioni a cercare oltremare la salvezza. Ma l’odio di alcuni e l’indifferenza di altri li fermano a un passo dalla meta. Lo sbarco viene impedito, e la nave, bloccata nel porto per oltre una settimana, deve alla fine tornare indietro, verso un destino incerto e pericoloso.
Sembra una storia dei nostri giorni, è invece è accaduta nel 1939 a L’Havana. La nave era il transatlantico Saint Louis, proveniente da Amburgo, e a bordo c’erano 963 ebrei in fuga dalla Germania nazista. Persone agiate, che avevano comperato a caro prezzo i visti dal governo cubano, e furono vittime della corruzione e dei rivolgimenti politici allora frequenti nell’isola. Respinta da Cuba, la nave tentò senza successo di raggiungere gli Stati Uniti, poi dovette iniziare il viaggio di ritorno verso l’Europa. Una grande mobilitazione internazionale e il coraggio del comandante Gustav Schröder, un tedesco antinazista che dopo la guerra ottenne l’ordine al merito della Repubblica Federale e il titolo di Giusto tra le Nazioni, impedirono che fossero riportati in Germania. Alcuni furono accolti dalla Gran Bretagna. Ma gli altri ebbero soltanto pochi mesi di respiro. Durante la guerra la Francia, il Belgio e i Paesi Bassi, che li avevano accolti, furono occupati dalla Germania, e 254 morirono nei lager.
Questa drammatica e per molti versi attuale vicenda è stata fedelmente ricostruita ne “La nave dei dannati”, un film del 1976 diretto dal regista Stuart Rosenberg, che si avvale di un cast eccezionale: tra gli altri Max Von Sydow, Faye Dunaway, Orson Welles, Oskar Werner, Malcom McDowell, Katharine Ross. Si può vedere gratuitamente su YouTube, e vale la pena di farlo. E’ più facile capire l’ingiusta crudeltà dei fenomeni migratori quando i dannati del mare hanno i volti noti dei grandi del cinema.
gbg