Imprevisti digitali

Non fatevi ingannare dal trailer scoppiettante di battute. “Imprevisti digitali”, della coppia di registi francesi Benoît Delépine e Gustave Kerven, è un buon film ben recitato, che ha vinto con merito l’Orso d’Argento al festival di Berlino, ma non è un film divertente. Anzi, lascia nello spettatore un vago senso di inquietudine che non è facile superare.

Marie è una donna triste che non vede quasi mai il figlio e sopravvive con gliassegni famigliari del marito che l’ha lasciata. Bernard è un vedovo alle prese con una figlia vittima di bullismo. Christine ha perso il lavoro a causa della sua ossessione per le  serie TV, e si arrangia facendo l’autista per una compagnia che la sfrutta. Tutti e tre sono vittime della loro dipendenza tecnologica, compulsano nervosamente i telefonini, e spendono soldi che non hanno in acquisti on line che nascondono ogni genere di clausole capestro. La situazione precipita quando Marie, ubriaca, va a letto con uno sconosciuto che la riprende di nascosto e la ricatta minacciando di caricare il video in rete. Bernard si lascia accalappiare dalla voce suadente di una venditrice di verande che lo chiama da un call center delle Mauritius. Christine non capisce perché, nonostante tutti gli sforzi, i passeggeri non le diano mai più di una stella di gradimento.

Ingenui e incapaci di adattarsi a un mondo tecnologicamente ostile – memorabile la visita di Marie in una banca dove l’unico impiegato presente è uno stagista al primo giorno di lavoro che ne sa meno di lei –   i tre si inguaiano sempre di più, ma le difficoltà trasformano la loro amicizia occasionale in un rapporto più profondo, che li aiuterà almeno in parte a riscattarsi. L’ultima inquadratura del film, la Terra vista dalla Luna, circondata da migliaia di satelliti, fa però capire che il nostro destino è segnato.

Ottimi gli attori Blanche Gardin, Denis Podalydès e Corinne Masiero. Nel cast c’è anche lo scrittore Michel Houellebecq, nel cameo di un aspirante suicida.

gbg

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