Il ritorno di Lovers

L’anno scorso, a ottobre, aveva segnato l’inizio della lunga astinenza da spettacoli e manifestazioni culturali dal vivo, in presenza, con quel rumore sinistro delle serrande che tristemente si abbassavano. Quest’anno è tra gli eventi che danno il via alle riaperture di tutto, a quell’ “assembramento” sociale che tanto è mancato a tutti. E allora: bentornato al Cinema gay, da alcuni anni ribattezzato Lovers, che tocca la trentaseiesima edizione (17-20 giugno, al cinema Massimo). 

Dire dedicato alle tematiche omosessuali è diventato ormai riduttivo; alla manifestazione fondata da Ottavio Mai e Giovanni Minerba infatti da anni si affianca la sigla Lgbtqi, che per esteso fa lesbiche, gay, bisessuali, trans, queer e intersessuali. C’è da sottolineare che il festival, come già era accaduto l’anno scorso, si è rimpicciolito: quattro giornate scarse, praticamente la metà di quel che era il buon vecchio cinema gay, e una disponibilità di fondi a sua volta dimezzata: qualche spicciolo in più dei duecento mila euro, anche se nel preventito si parla di duecentocinquanta mila. 

Eppure il direttore Vladimir Luxuria, al suo secondo anno. proprio nel suo piccolo è riuscito a fare le cose in grande, allestendo un programma capace anche sulla carta di stimolare interesse, e non solo negli addetti ai lavori, gli appassionati di cinema senza aggettivi e la comunità gay, ma anche in quel “comune spettatore” che non pone limiti alla propria curiosità cinematografica e in senso lato culturale.

Anzitutto gli ospiti che danno quel valore aggiunto senza il quale i festival, in particolare di cinema, non si possono fare. E in primo piano la madrina, Sandra Milo, universalmente considerata l’immagine stessa del cinema, l’icona, una delle tante, certo. Quindi la celebre fumettista Yole Signorelli, ben nota non solo agli appassionati del genere, in arte Fumettibrutti, che ha composto il manifesto di questa edizione. C’è la giornalista conduttrice di Chi l’ha visto Federica Sciarelli che racconta la misteriosa scomparsa, in Sicilia, dei due giovani badanti Luigi Cerreto e Alessandro Sabatino. C’è, ancora, Dori Ghezzi con un approfondimento sul suo compagno di vita Fabrizio De Andrè, a partire dal famoso pezzo del cantautore genovese Princesa.  E c’è Malika Chalhy, la ragazza ventiduenne di recente cacciata di casa dai genitori quando ha rivelato di essere lesbica. E l’ospite musicale, Malika Ayane, considerata una delle cantautrici italiane più note e apprezzate della scena internazionale. Nel parterre di ospiti figurano anche il giornalista, opinionista, personaggio televisivo Costantino della Gherardesca, che coordina la giuria, e il parlamentare Pd Alessandro Zan, autore della tanto discussa legge sulla omotransfobia.E ad arricchire il tutto, c’è il comico Vincenzo De Lucia, incaricato di dare tutte le sere al festival leggerezza, umorismo, autoironia: quel che serve per scrollare definitivamente di dosso alla manifestazione quella patina di seriosità che non le è mai mancata. 

Il programma comprende 40 film tra lungometraggi, documentari e cortometraggi provenienti da mezzo mondo; 7 i film lunghi in concorso; tra i paesi rappresentati, Stati Uniti, Francia, Cipro, Finlandia, Serbia, Ungheria, Israele, Brasile. Si raccontano storie di omofobia, la scoperta di una nuova identità, la ricerca dell’amore vero dopo una vita di dissolutezze, il disprezzo dei genitori che spesso ricopre i gay, tumultuose storie familiari, le discriminazioni negli ambienti di lavoro e di socialità, i pregiudizi culturali, l’ostilità, la derisione, la violenza, la costrizione di tenere nascosta la propria omosessualità per un’intera vita. Le tante ragioni per ritenere questo festival necessario. 

Nino Battaglia

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