Una recita scolastica, il ritorno a casa, il bagnetto dei figli prima di metterli a letto. Apparentemente una serata come tante per Aldo e Vanda, tranquilla coppia intellettuale nella Napoli dei primi anni Ottanta. Ma lui di punto in bianco confessa il tradimento, e ha inizio una vicenda drammatica, un gioco al massacro capace di ferire anche a quaranta anni di distanza.
Vanda non accetta la situazione, coinvolge i figli Anna e Sandro nelle liti, tenta il suicidio. Aldo si trasferisce a Roma e trova nella nuova compagna Lidia, giovane e bellissima, l’ equilibrio privo di responsabilità che da tempo desiderava. Ma gli antichi legami, nonostante tutto, sono tenaci. Dopo qualche anno Aldo, nel frattempo diventato un conduttore radiofonico di successo, sente la mancanza dei figli e torna sempre più spesso a Napoli per vederli. Lidia lo lascia, e lui, senza troppa convinzione, si riavvicina anche a Vanda. Un ritorno avvelenato dagli errori commessi e dalle cose non dette, che per quaranta anni continueranno a intossicare la loro vita e quelle dei figli.
“Lacci”, di Daniele Luchetti, è un film teso, crudo nella descrizione degli eventi e dei personaggi, capace di coinvolgere emotivamente non soltanto gli spettatori che abbiano vissuto esperienze analoghe – i matrimoni e le convivenze in crisi secondo le statistiche sono in continua crescita – ma anche tutti gli altri. Tratto dall’omonimo romanzo di Domenico Starnone, che ha contribuito alla sceneggiatura insieme al regista e a Francesco Piccolo, è costruito su un continuo e caotico alternarsi di passato e presente, e si avvale di quattro ottimi attori: Alba Rohrwacher e Luigi Lo Cascio sono la giovane coppia in crisi, Laura Morante e Silvio Orlando quella anziana, rancorosa e disillusa. Bravissima nella parte della figlia Anna da adulta è Giovanna Mezzogiorno. Legnoso come sempre Adriano Giannini nella parte del figlio Sandro.
gbg