Pochi, e non memorabili, i film ispirati agli eroi del fumetto italiano. Da Tex a Kriminal, da Satanik a Mister X, da Sturmtruppen a Dorellik, fino ai più raffinati Paz e Baba Yaga, gli incassi non hanno premiato le trasposizioni cinematografiche delle serie che andavano per la maggiore nelle edicole. L’unica parziale eccezione fu il “Diabolik” che Mario Bava girò nel 68, stravolgendo come suo costume la storia e il personaggio.
Molto fedele all’album numero 3, uscito nel marzo del 1963, è invece il “Diabolik” appena arrivato nelle sale ad opera dei Manetti Bros. Una storia che gli appassionati del criminale nato dalla fantasia delle sorelle Giussani ricordano molto bene, perché è quella dove l’uomo mascherato incontrò la compagna della sua vita, la bellissima Eva Kant, spregiudicata almeno quanto lui e disposta a tutto pur di vivere le emozioni di una vita sul filo del rasoio.
La vicenda si dipana secondo copione, tra inseguimenti, audaci travestimenti e funamboliche rapine. Ma a differenza di quanto accade nei film ispirati ai supereroi americani, dove abbondano gli effetti speciali e la computer grafica, Marco e Antonio Manetti hanno puntato tutto sulle ambientazioni e sulle situazioni narrative tipiche del fumetto italiano di quegli anni, arrivando anche a dividere lo schermo in parti che ricordano la struttura delle pagine. E agli attori hanno chiesto una recitazione sopra le righe, capace di enfatizzare la caratterizzazione dei personaggi: Luca Marinelli è un glaciale Diabolik, Miriam Leone, per l’occasione biondissima, una conturbante Eva Kant, Valerio Mastandrea un ispettore Ginko tutt’altro che sciocco, ma votato alla sconfitta.
Una scelta che non è piaciuta ad alcuni critici e potrebbe sconcertare gli spettatori più giovani, ma regala a quelli più anziani una piacevole atmosfera retrò. Che possa funzionare al botteghino però, è tutto da vedere.
gbg