Rodrigo Diaz del Vivar, detto El Cid Campeador, fu un condottiero medievale che entrò nella leggenda per le gesta compiute nei primi anni della Reconquista, quando i regni cattolici spagnoli si impegnarono, a volte come alleati e a volte combattendosi tra di loro, per ricacciare gli arabi dalla penisola. El Cid era una contrazione dall’arabo Sidi, signore, e il soprannome di Campeador, campione, gli venne dalle gesta compiute in battaglia.
El Cid mise la sua spada al servizio del re Sancho e, alla morte di lui, del fratello Alfonso, ma fu anche alleato dell’emiro musulmano di Saragozza, tributario del regno di Castiglia. Negli ultimi anni della sua vita divenne il signore di Valenza, dove morì a 60 anni nel 1099.
Sulle gesta del Cid, già celebrate nel XII secolo nel poema epico “Il Cantar del Mio Cid”, sono stati versati fiumi di inchiostro e sono stati realizzati numerosi film. L’ultimo omaggio è venuto dalla televisione spagnola, con una serie TV di successo, che si può vedere su Prime Video, e che si fa apprezzare per l’accuratezza della ricostruzione storica e dei costumi. Ottimi anche gli attori, purtroppo con l’unica eccezione di Jaime Lorente, reduce dai successi di altre serie televisive, ma a mio avviso del tutto inadatto, con il suo volto legnoso da bullo di periferia, a interpretare l’eroe.
Chi è affascinato dal mondo della cavalleria e vuole saperne di più sulle turbolente origini del regno di Spagna troverà pane per i suoi denti. Ma la serie, complice il Covid, si è fermata dopo le prime dieci puntate, con il Cid che abbandona sdegnato il suo re impegnato in una guerra fratricida. Le altre, che racconteranno le ultime vittorie dell’eroe, sono in preparazione. In attesa del seguito, consiglio la lettura di “Sidi”, un bel romanzo storico di Arturo Pérez Reverte, pubblicato in Italia da Rizzoli. Lì, se non altro, ogni lettore può immaginare El Cid con il volto che preferisce.