Il 15 ottobre 2015 un incendio distrusse la discoteca Colectiv di Bucarest. Ventisette persone morirono subito, e vi furono centinaia di feriti e ustionati. Nei mesi successivi il totale delle vittime salì a 64 a causa delle infezioni contratte in corsia. Una approfondita inchiesta giornalistica condotta dal quotidiano sportivo Gazeta dimostrò che i disinfettanti usati in molti ospedali romeni provenivano da un’unica ditta, che li diluiva con la complicità della politica, e che l’intero sistema sanitario era nelle mani di incompetenti e corrotti burocrati. Le proteste travolsero il governo, e costrinsero il premier Ponta alle dimissioni.
Tutta la vicenda è stata raccontata dal regista romeno Alexander Nanau in “Collective” , uno straordinario documentario che è in corsa per gli Oscar non soltanto nella sua categoria, ma anche come miglior film straniero. E in effetti, pur non concedendo nulla allo spettacolo, ha un ritmo serrato che incatena lo spettatore alla sedia per 109 minuti e lo lascia con un nodo allo stomaco per l’indignazione e il disgusto.
Nanau ha avuto la fortuna di imbattersi in personaggi di grande spessore, come il caporedattore della Gazzetta Catalin Tolontan, che sprona i suoi giornalisti a indagare e non si ferma davanti alle minacce, e il giovane ministro della sanità Vlad Voiculescu, subentrato dopo lo scandalo e pieno di buone intenzioni, ma alle prese con enormi difficoltà. I due vengono seguiti anche dietro le quinte, nelle riunioni con i loro collaboratori e perfino in alcuni incontri riservati. Di grande intensità, ad esempio, sono la testimonianza di una dottoressa del centro grandi ustionati sui pazienti lasciati senza cure e invasi dai vermi, e le denunce delle impiegate amministrative costrette a coprire le malversazioni dei superiori.
“Collective” si può vedere in streaming sulla piattaforma IWonderfull al prezzo di 7,99 euro.
gbg