“The Unforgivable”, l’imperdonabile, è un film della regista tedesca Nora Fingscheidt interpretato da Sandra Bullock e inspirato a una serie TV. A metà strada tra il giallo e la denuncia sociale, risulta in questi giorni uno dei più visti sulla piattaforma Netflix, a dimostrazione del fatto che può piacere agli appassionati di entrambi i generi.
Uscita dal carcere dopo venti anni per avere sparato a uno sceriffo nel corso di un drammatico sfratto, la canadese Ruth Slater affronta grandi difficoltà di reinserimento in una società che non l’ha perdonata. La casa famiglia che la accoglie non è molto diversa dal carcere, e deve difendersi con la forza dalle angherie dalle altre ospiti. Trova un impiego in una azienda ittica, dove i colleghi scoprono il suo passato e la emarginano. È abile nei lavori di falegnameria e un ente benefico le dà fiducia, ma deve fare i conti con i figli dello sceriffo, che non sopportano l’idea di vederla libera. Soprattutto le viene impedito di mettersi in contatto con l’amatissima sorella, che aveva allevato da sola dopo la morte dei genitori, e aveva cinque anni il giorno della sparatoria.
Curiosa vicenda, quella di Sandra Bullock. In Europa è meno nota di altre stelle del cinema d’oltreoceano, ma ormai da molti anni è una delle attrici di maggior successo e meglio pagate di Hollywood. In questo film sopperisce con la sua bravura ad alcune debolezze della trama. Il volto è sciupato, la voce è stanca. Ma sono la schiena curva, i gesti e il modo di camminare a tratteggiare il personaggio indimenticabile di una donna sconfitta dalla vita e tuttavia decisa a non piegarsi e a battersi per ottenere quello che vuole. Ruth ha scontato la sua pena, ma il pregiudizio è forte, quasi impossibile da scalfire. Molte porte le vengono chiuse in faccia, prima che un avvocato di buon cuore, contro il parere della moglie, accetti di ascoltare la sua verità e le apra uno spiraglio sul futuro.
gbg