Bubble come Apple

 “Ron’s Gone Wrong’, malamente tradotto in italiano con “Ron, un amico fuori programma”, è un bel film di animazione pensato per i bambini, ma in grado di divertire anche i grandi che li accompagnano al cinema. 

Barney è un ragazzino timido e introverso, orfano di madre, che vive in una casa modesta con il padre e la nonna. A differenza di tutti i suoi compagni di scuola non ha un B*Bot, l’ultimo modello di robot tuttofare lanciato sul mercato dalla multinazionale Bubble con l’obiettivo dichiarato di dare a ogni teenager un amico fidato in grado di connettersi con il mondo. Quando finalmente i suoi riescono a regalargliene uno, poco costoso perché danneggiato durante il trasporto, Barney scopre che i danni non sono soltanto estetici. Ron – questo il nome del dispositivo – non ne combina una giusta. Non obbedisce ai comandi, fraintende quello che gli viene detto, e la sua voglia di imparare lo porta a strafare. Inizialmente Barney è disperato, poi si affeziona al nuovo amico, e combatte con tutte le sue forze per impedire che Ron venga distrutto dai dirigenti della Bubble, preoccupati per la cattiva pubblicità provocata dalle sue malefatte.

I ragazzini si appassionano alle avventure dei due, ridono dei disastri in serie, si commuovono quando i bulli della scuola prendono in giro Barney per le stranezze del suo amico, e alcuni dei più piccoli si spaventano quando le cose sembrano prendere una brutta piega. Ma l’immancabile lieto fine li rincuora, e anche loro escono dalla sala contenti. Quanto ai genitori, non possono non sorridere – e forse preoccuparsi – per le evidenti analogie tra la Bubble e la Apple: la magniloquente convention per la presentazione del B*Bot, gli asettici Bubblestore dove decine di impeccabili commessi spiegano le meraviglie del nuovo prodotto, e anche, purtroppo, le sistematiche violazioni della privacy degli utenti per suscitare nuovi bisogni e incrementare le vendite. 

gbg

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Potrebbero interessarti
LEGGI

Cinque giorni un’ estate

La montagna ispira i film maker. Ma sono  pochi i film sulla montagna che escono dal circuito dei festival…
LEGGI
Il materiale e l'immaginario
LEGGI

Il materiale e l’immaginario

“La conoscenza di Remo Ceserani risale alla fine degli anni Settanta. Con Lidia De Federicis avevamo progettato una storia letteraria per le scuole superiori di nuovo genere, per la quale era necessario individuare un coautore capace e disponibile. Proprio in quegli anni la rivista Belfagor presentava interventi diversi sul modo di affrontare l’insegnamento della letteratura. Quello proposto da Ceserani si avvicinava molto alle nostre aspettative. Decisi di interpellarlo, e…
LEGGI
LEGGI

Il ritratto di James Lord

Gli amanti dell’arte non lo perdano. Presentato al Torino Film Festival, The Final Portrait di Stanley Tucci racconta…
LEGGI
LEGGI

Assassinio sull’Eiger

Il terzo film scelto per la nostra rassegna è Assassinio sull’Eiger, titolo originale The Eiger Sanction, diretto e interpretato…
LEGGI
LEGGI

Suicidio in diretta

Addirittura due film quest’anno hanno ricordato la figura di Christine Chubbuck che nel lontano 1974 fu la prima…
LEGGI
LEGGI

Evviva i sottotitoli

Si sono appena spente le luci – anzi, si sono appena accese in sala dopo il “The End” – del…
LEGGI