Blow the Man Down

“Blow the Man Down”, butta giù l’uomo, è il titolo di una canzone del folklore americano resa famosa da Woody Guthrie, e anche il titolo di un film che  Amazon Prime propone da qualche settimana, senza troppa pubblicità, nel suo catalogo. Ed è un peccato, perché le registe esordienti Bridget Savage Cole e Danielle Krudy hanno dimostrato di saperci fare, e le giovani attrici Sophie Lowe e Morgan Saylor sono molto convincenti nella parte di due sorelle che finiscono nei guai a causa di un uomo dall’oscuro passato e dalle mani troppo lunghe.

La storia è ambientata a Easter Cove, un immaginario villaggio di pescatori sulla costa del Maine, dove l’ambiente gelido e selvaggio è protagonista come e forse più degli abitanti. La vita non è facile. Gli uomini, che incontriamo in una bellissima scena iniziale mentre intonano nella nebbia del porticciolo “Blow the man Down”, sono in realtà comprimari: si abbruttiscono con le fatiche della pesca, tracannano whisky e cercano facili avventure con le ragazze di un locale malfamato. Sono le donne a comandare, con i loro modi tranquilli e con la fredda determinazione che viene dall’esperienza. Tra una torta di mirtilli e una seduta sotto il casco dell’unica parrucchiera gestiscono le principali attività commerciali e prendono tutte le decisioni importanti per la vita di una comunità dove i segreti  sono molti e a volte inconfessabili.

“Blow the Man Down” è un noir con le carte in regola. Qualcuno muore, qualcuno è sospettato, qualche altro paga. Ma quello che importa davvero alle due registe è raccontare la vita di un piccolo paese, dove la necessità di non mettere a rischio gli equilibri della convivenza conta più della legge, rappresentata da due inconcludenti poliziotti. Così lo spettatore è più interessato al carattere dei personaggi che al modo in cui uccidono o vengono uccisi. Un’ora e mezza di cinema intelligente.

gbg

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