C’è chi ha visto il film ma non ha letto il libro. E viceversa. E c’è poi il lettore forte che è anche spettatore attentissimo che corre a comprare il romanzo dopo aver visto il film. E ancora viceversa. il libro traina il cinema, e il cinema si porta dietro il libro. Le vite parallele e incrociate del grande schermo e della letteratura si ritrovano al Lingotto per la 31esima edizione del Salone del libro. Registi che diventano scrittori e scrittori che vanno dietro la macchina da presa, e poi attori, sceneggiatori, e il cinema fatto per la televisione: come da sempre accade le due arti non possono fare a meno l’una dell’altra. Si cercano, si contaminano.
Libri che diventano cinema, e film che diventano libri. E il salone ne dà testimonianza. In passato lo stretto legame tra letteratura e cinema era stato richiamato con una vera e propria “sezione” del salone. Libro e film erano stati messi l’uno di fronte all’altro, in qualche caso l’uno contro l’altro. Una “competizione” che aveva appassionato i visitatori: da una parte i lettori duri e puri, magari delusi dal film, “troppo diverso” dal romanzo, libri traditi dal grande schermo. Dall’altra i cinefili, partigiani dell’adattamento per il cinema che aveva valorizzato e reso opera d’arte un libro ritenuto di modesto valore. Confronti vivaci, carichi di belle passioni. Poi, tutti d’accordo: libro e film sono due espressioni diverse, ognuno ha la sua specificità, e non possono essere paragonati tanto facilmente. E nel corso degli anni non sono mancati al salone ospiti “di confine” e bifronti, scrittori-registi, e viceversa.