Cerca di risollevarsi dal tonfo dell’anno scorso, il festival di Cinema gay, 33esima, edizione, altrimenti detto Lovers, in programma al cinema Massimo di Torino dal 20 al 24 aprile. Cerca di recuperare gli spettatori che aveva perso, i consensi che erano venuti meno, le simpatie che si erano intiepidite. Forse per un eccessivo senso di autosufficienza e di autoreferenzialità, aggravato da un estremismo cinefilo che mal si concilia con una manifestazione che deve cercare di aprirsi a un pubblico più vasto e a settori della città che nel migliore dei casi lo ignorano, ricambiati.
Il direttore Irene Dionisio, al secondo anno dopo aver raccolto la consolidata eredità lasciata dal fondatore Giovanni Minerba, ora presidente del festival, ha preparato un programma con 81 film tra lunghi e cortometraggi che arrivano da 24 nazioni dei diversi continenti, anche con alcune anteprime mondiali accanto a quelle europee: l’amore, dice il direttore, è il filo che lega le storie che si snodano nella rassegna.
E la Dionisio ha invitato alcuni ospiti in grado di richiamare un pubblico di appassionati di cinema che dovrebbe superare lo stretto confine dell’universo omosessuale. A Minerba è stata anche affidata una nuova sezione: 5 film del passato che hanno raccontato il mondo gay con particolare impegno e intensità. Una novità che segna un nuovo rapporto positivo tra il direttore e il presidente, il quale, finalmente interpellato, pare non abbia fatto mancare i suoi suggerimenti nella compilazione del programma.