Babylon Sisters, il primo film del mio amico Gigi Roccati, è da oggi nelle sale italiane. Non l’ho ancora visto, ma sono sicuro di non sbagliare nel consigliarlo, perché Gigi è una persona di valore. Se fa una cosa la fa bene, evitando i compromessi e restando fedele alla scelta di impegno civile ereditata dal padre Cesare, grande giornalista e sindacalista a Torino.
Documentarista di formazione, con Babylon Sisters Gigi è arrivato al lungometraggio di finzione conservando tutta la sua curiosità per il mondo, con un ottimismo di fondo che le guerre raccontate nel corso degli anni non hanno scalfito. E non è un caso che nel film le difficoltà di un eterogeneo gruppo di famiglie immigrate a Trieste vengano alla fine superate grazie a una insolita solidarietà di genere.
Babylon Sisters è un adattamento del romanzo “Amiche per la pelle” di Lalla Wadia, ma la sceneggiatura si prende qualche libertà perché Gigi ha voluto adattare la trama alle caratteristiche degli attori, in parte presi dalla strada: “nel cast – ha spiegato in una intervista a Film TV – ci sono attori che interpretando se stessi portano nel film la verità dirompente del loro vissuto e sfidano le capacità degli attori professionisti. E’ il mix dirompente che cercavo per questa storia”.
Per chi vuole saperne di più c’è il bel sito del film, che non si limita ai consueti contenuti promozionali, ma propone più di uno spunto di riflessione sui temi della integrazione e del rapporto tra culture diverse.
Battista Gardoncini